Il 20 marzo 2025 ha segnato una data storica per il diritto italiano: l’approvazione del primo disegno di legge organico in materia di Intelligenza Artificiale (IA).
Questa normativa rappresenta un punto di svolta nell’approccio del legislatore nazionale alle nuove tecnologie, delineando un quadro giuridico che mira a bilanciare la tutela dei diritti fondamentali con l’innovazione tecnologica, così permettendo al diritto di rimanere al passo con i tempi.
Quali sono i principi fondamentali della nuova disciplina?
Il DDL n. 1146/2024 fonda il proprio impianto normativo su un principio cardine: l’intelligenza artificiale deve servire l’essere umano, non sostituirlo.
Questo approccio si riflette nell’obbligo per ogni sistema IA di rispettare appieno i valori costituzionali, di garantire la trasparenza dei processi decisionali e di prevenire qualsiasi forma di discriminazione. In tale contesto, il legislatore attribuisce un ruolo centrale alla Cybersicurezza, riconoscendo che l’uso responsabile dell’IA non può prescindere dall’adozione di adeguate misure di protezione.
Questo approccio si allinea con quanto era già stato previsto dall’art. 13-bis del Codice dell’Amministrazione Digitale, secondo cui le amministrazioni pubbliche devono progettare e sviluppare i propri sistemi informatici rispettando un codice di condotta tecnologica, il quale deve a sua volta rispettare il perimetro nazionale di sicurezza cibernetica.
Come si rapporta la nuova normativa sull’ia con la tutela della privacy?
La nuova normativa rafforza sensibilmente le garanzie previste dal G.D.P.R. (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati n. 679/2016), introducendo specifiche tutele per il trattamento automatizzato dei dati personali.
Ogni cittadino potrà opporsi in modo chiaro al trattamento automatizzato dei propri dati, mentre le organizzazioni dovranno informare gli interessati utilizzando un linguaggio accessibile, semplice e completo.
Quale impatto sta avendo l’IA nei diversi settori della nostra vita?
È visibile a tutti come l’Intelligenza Artificiale stia entrando in maniera sempre più preponderante nella nostra quotidianità. Il legislatore ha inteso valorizzare l’utilizzo dell’IA in ambiti sempre più estesi, pur ribadendo il fatto che non potrà mai sostituire l’intervento umano.
Vediamo brevemente quali sono i principali usi di questo strumento nel settore sanitario, nella Pubblica Amministrazione, nel lavoro e nel settore della giustizia.
In ambito sanitario
Il legislatore ha riconosciuto le enormi potenzialità dell’IA, prevedendo che le tecnologie intelligenti possano supportare la prevenzione, la diagnosi e la cura dei pazienti. Imprescindibile deve però rimanere il principio della supervisione umana. Il medico mantiene la piena responsabilità delle proprie decisioni cliniche, anche quando queste sono supportate da sistemi automatizzati, dovendo garantire che l’utilizzo di tali strumenti avvenga nel rispetto delle leges artis e degli standard professionali consolidati.
Nella Pubblica Amministrazione
L’uso dell’IA può apportare notevoli benefici in termini di semplificazione delle procedure, riduzione dei tempi e miglioramento della qualità dei servizi.
Tuttavia, anche in quest’ambito il legislatore ha precisato che ogni decisione finale deve appartenere a una persona fisica, non a un sistema automatizzato. Deve infatti sempre esistere nel processo decisionale un contributo umano capace di controllare, validare o smentire una decisione automatica.
Nel mondo del lavoro
L’IA sta contribuendo a rafforzare le competenze dell’Osservatorio nazionale per il mercato del lavoro, istituito durante la pandemia dal Decreto legge n. 34 del 2020, analizzando in maniera più efficiente il mercato del lavoro, con particolare attenzione alle trasformazioni digitali e alle nuove forme di lavoro emergenti.
l’IA potrà inoltre incrementare la produttività, aumentare la sicurezza sui posti di lavoro e trasformare le sfide dell’automazione in opportunità di crescita professionale.
Nell’ambito della giustizia
L’IA può svolgere un ruolo significativo nell’agevolare le attività organizzative, gestionali e documentali, migliorando l’efficienza generale del sistema. Significativa è la rapida evoluzione che ha avuto il processo telematico negli ultimi anni.
Per il legislatore, rimane tuttavia fermo il fatto che soltanto un magistrato può assumere decisioni giudiziarie. Questo principio è un caposaldo irrinunciabile del nostro ordinamento costituzionale, che trova fondamento nella necessità di garantire l’indipendenza, l’imparzialità e la terzietà della funzione giurisdizionale e non può essere derogato nemmeno dall’evoluzione tecnologica, che deve sempre rimanere uno strumento di aiuto e sostegno.
Conclusioni
Il disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale rappresenta un passo fondamentale verso la regolamentazione di tecnologie che stanno inevitabilmente trasformando la società e il nostro modo di vivere. L’approccio del legislatore italiano rimane comunque centrato sulla tutela della persona e della sua privacy, ribadendo il principio che nessuno strumento artificiale potrà mai sostituire l’intervento umano, ma solo supportarlo.
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