Interdizione, inabilitazione e amministratore di sostegno

Interdizione, inabilitazione e amministratore di sostegno sono tre ipotesi di sostegno e tutela messe in campo per assistere i nostri cari quando non sono più in grado di compiere le proprie attività quotidiane.

Comprendere fino in fondo questi istituti giuridici può esserti utile nel caso in cui tu debba offrire supporto a un familiare che, da un giorno all’altro, non sia più in grado di svolgere anche le piccole attività di ogni giorno. Approfondiamo insieme l’argomento.

Capacità giuridica e capacità di agire: le definizioni del Codice Civile

Prima di parlare del significato dell’interdizione, dobbiamo chiarire due concetti importanti che il nostro Codice Civile definisce negli articoli 1 e 2: la capacità giuridica e la capacità di agire.

La capacità giuridica viene acquisita da un soggetto sin dalla nascita, ed è l’idoneità a essere titolari di diritti e di doveri.

La capacità di agire arriva, invece, con la maggiore età – 18 anni – e consiste nell’attitudine del soggetto a compiere atti giuridici. 

Nel corso della vita, purtroppo, alcune persone possono ritrovarsi in una situazione di salute mentale o fisica particolare che comporta una limitazione alla capacità di agire. È a questo punto che entrano in gioco interdizione, inabilitazione e amministratore di  sostegno.

Interdizione, inabilitazione e amministratore di sostegno: cosa sono

Sempre partendo dal Codice Civile, diamo una definizione precisa a queste tre misure di tutela.

Essere interdetti: cosa significa

L’interdizione limita la capacità giuridica di una persona che si rivela incapace di gestire autonomamente i propri affari a causa di gravi patologie psichiche. Il soggetto perde, così, il diritto di compiere atti legali significativi, salva la nomina di un tutore che agisca per suo conto.

Questa misura legale – resa attuativa da un tribunale e soggetta a revisione, qualora si attestino miglioramenti delle facoltà mentali della persona – è messa in atto per proteggere gli interessi dell’interdetto e per prevenire abusi finanziari o decisioni dannose.

Differenza tra interdizione e inabilitazione

Inabilitazione e interdizione differiscono tra loro per impatto e gravità.

L’inabilitazione legale è meno severa dell’interdizione, applicandosi a persone che sono solo parzialmente incapaci di amministrare i propri interessi.

Un esempio pratico di inabilitazione lo si può trovare nei casi di ludopatia. Il soggetto affetto da questa grave dipendenza sperpera i suoi averi, a volte dilapidando l’intero patrimonio, a causa del gioco. I familiari, legittimamente preoccupati, possono richiedere, attraverso un procedimento di inabilitazione, la nomina di un curatore.

Il soggetto manterrà alcune capacità legali ma necessiterà di un aiuto parziale per le decisioni importanti da parte, appunto, di un curatore per l’inabilitazione.

L’amministratore di sostegno: cos’è e come si nomina

La figura dell’amministratore di sostegno, inserita anch’essa nel Codice Civile, nasce agli inizi degli anni 2000 ed è molto simile a quella del curatore menzionata poco fa. Viene nominato, in caso di incapacità riconosciuta, per determinate competenze che vanno dalla cura e apertura di un conto corrente alla gestione di alcune questioni in ambito sanitario.



Qualora si decida di procedere alla nomina di un tutore per una persona cara, la procedura più semplice prevede una richiesta di consulenza a uno studio legale che, insieme ai familiari della persona interdetta, predispone un ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno – solitamente una persona conosciuta e di fiducia – presso la volontaria giurisdizione del tribunale del comune di residenza.

Il giudice fisserà, poi, un’udienza in seguito alla quale si procederà alla nomina dell’incaricato suggerito o, in alternativa, alla scelta di un soggetto terzo in grado di ricoprire questo ruolo di responsabilità.

Per concludere…

Se stai affrontando una situazione delicata come quella descritta in questo articolo e una persona a te cara potrebbe essere in difficoltà, il nostro consiglio è di rivolgerti a un avvocato che possa supportarti e fornirti l’aiuto di cui hai bisogno.

Noi dello Studio Masè possiamo offrirti assistenza personalizzata e soluzioni concrete. Contattaci per saperne di più!