Lo sfratto nel contratto di locazione ad uso abitativo

Quando si parla di contratti di locazione ad uso abitativo, un argomento che desta notevole interesse nei locatori e negli inquilini è lo sfratto, un’azione legale che il proprietario di un immobile può intraprendere per recuperare l’abitazione a fronte di un’inadempienza da parte dei conduttori.

In questo articolo, esploreremo il processo di sfratto, concentrandoci sul come e quando si può avviare uno sfratto esecutivo e quali sono i tempi previsti dalla legge per far rispettare il procedimento.

Morosità o finita locazione: quando si può sfrattare l’inquilino

La disdetta del contratto di affitto può avvenire per diverse ragioni, tra cui la morosità o la finita locazione

Lo sfratto per morosità

La morosità, che rappresenta uno dei motivi più comuni per cui un locatore può decidere di avviare una procedura di sfratto nei confronti di un inquilino, si verifica quando gli obblighi di pagamento del canone di locazione non vengono non rispettati nelle modalità e nei tempi concordati nel contratto di locazione.

La procedura di sfratto per morosità inizia con l’invio da parte del proprietario dell’immobile di una comunicazione formale di messa in mora attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno, contenente l’invito a saldare il debito entro un termine specifico (solitamente 15 giorni).

Qualora l’inquilino non provveda al pagamento entro la scadenza stabilita, si procede con l’instaurazione di un procedimento per convalida di sfratto presso l’autorità giudiziaria competente.

Sfratto per finita locazione

Lo sfratto per finita locazione si verifica al termine del contratto di affitto, qualora il proprietario intenda riottenere il possesso dell’immobile locato, ma l’inquilino si rifiuti di liberarlo.

In questo caso, il proprietario deve comunicare agli inquilini la volontà di non rinnovare il contratto con un preavviso che rispetti i termini stabiliti dalla legge o da quanto convenuto nel contratto stesso. In caso di esito negativo della procedura bonaria, si procede per vie legali.

Sfratto esecutivo: modalità e tempi

Lo sfratto esecutivo è la fase in cui si passa dall’aver ottenuto il diritto di liberare la proprietà all’effettiva riconquista fisica dell’immobile.

Una volta ottenuto il provvedimento di convalida di sfratto, si intima ai conduttori di lasciare l’immobile entro un certo periodo solitamente stabilito dal giudice.

I tempi per l’esecuzione del provvedimento possono variare significativamente in base: 

  • alla complessità del caso;
  • alla risposta degli inquilini;
  • alla celerità con cui procedono le autorità locali. 

In generale, una volta emessa l’ordinanza di convalida, i conduttori dispongono di un termine che va da qualche giorno a qualche settimana per liberare spontaneamente l’immobile: in caso di inadempienza alla richiesta, un ufficiale giudiziario procederà con l’esecuzione forzata dello sfratto, assistendo il proprietario nel recupero fisico dell’immobile, in caso di necessità anche con l’ausilio della forza pubblica.

Per concludere…

Lo sfratto può essere complicato sia per i proprietari sia per gli inquilini: avere una chiara comprensione dei diritti e delle procedure può aiutare a navigare in questo territorio spesso delicato.

Questo articolo può esserti d’aiuto nella comprensione delle informazioni generali che proprio non puoi non sapere se ti trovi in una situazione del genere ma considera che, soprattutto in caso di sfratto esecutivo,  potresti aver bisogno dell’assistenza di un avvocato specializzato per avere la certezza che tutte le fasi del processo siano gestite correttamente, minimizzando i tempi di attesa per la riconsegna dell’immobile.

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