Successioni mortis causa

Successioni mortis causa: obblighi e procedure

La successione per causa di morte, o successione mortis causa, serve a regolamentare la trasmissione dei beni patrimoniali ai familiari, o ai parenti più prossimi, di una persona defunta.

A disciplinarla sono l’art. 587 e seguenti del nostro Codice Civile, in cui si specifica che alla morte di una persona tutte le situazioni giuridiche personali (per esempio il diritto di riservatezza) si estinguono, mentre quelle patrimoniali continuano a esistere in capo agli eredi.

Ma cos’è nello specifico una successione mortis causa e come funziona? Quali sono i primi passi da compiere in una situazione simile? Ti aiutiamo a fare un po’ di chiarezza in questo approfondimento.

Successione per causa di morte: cos’è

Da definizione tecnica, “la successione per causa di morte è una procedura giuridica che, alla morte di qualcuno, permette di trasferirne il patrimonio agli eredi.” (Fonte: altalex.com

A essere trasferiti ai familiari, però, non sono solo beni e crediti ma anche gli eventuali debiti del defunto. Per questo motivo è necessario essere ben informati sugli obblighi da assolvere e sull’iter da seguire per non incappare in problemi di natura giuridica o economica.

Successione testamentaria e legittima o necessaria: le differenze

Quando si eredita il patrimonio di un defunto può essere per successione testamentaria, legittima o necessaria.

La successione testamentaria è quella dettata dal testamento, ovvero un atto unilaterale attraverso il quale la persona venuta a mancare, definita dalla legge decuius, quando era ancora in vita, ha messo nero su bianco le disposizioni sul destino dei propri beni mobili e immobili.

La successione legittima, ab intestato (ossia priva di testamento) si delinea quando il de cuius non ha avuto tempo di indicare le proprie ultime volontà. Sono eredi legittimi il coniuge, i discendenti, gli ascendenti, i collaterali, i parenti entro il 6° grado e lo Stato, che riceve il patrimonio solo in assenza di altri successibili.

Infine, c’è la successione necessaria, prevista quando nel testamento non sono rispettati i diritti dei congiunti più stretti (garantiti, per altro, dalla legge), a cui spetta sempre una quota di eredità anche quando diversamente indicato dal defunto, definita quota legittima.

Passiamo ora all’iter da seguire per l’apertura della successione.

Come si apre una successione

Come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, un’eredità può includere sia crediti che debiti del defunto. Il primo passo da compiere per diventare ufficialmente successori è l’accettazione dell’eredità, che si esprime:

  • in maniera formale, espressa davanti a un notaio o al cancelliere del tribunale del comune dove il defunto aveva domicilio;
  • in maniera tacita, attraverso la manifestazione della volontà da parte dei presunti eredi di diventarlo a tutti gli effetti.

A questo punto, sarà necessario procedere con l’apertura della successione, presentando una dichiarazione specifica all’Agenzia delle Entrate, che determinerà le tasse da pagare sul patrimonio ricevuto. 

La dichiarazione di successione è necessaria per poter disporre dei beni di cui si è eredi e va presentata entro un anno dal decesso tramite un intermediario autorizzato (banca), di persona presso gli uffici competenti oppure online dal portale dedicato. Ed è obbligatoria sempre, fatta eccezione per i patrimoni privi di immobili e sotto i 100.000€ di valore.

Nel caso in cui i debiti a carico della persona defunta siano così alti da rendere sconveniente l’accettazione dell’eredità – o in altre situazioni di natura diversa, legate a motivazioni del tutto personali – si può decidere di presentare la dichiarazione di rinuncia all’eredità.

Emissione del certificato di eredità e le successioni nel sistema tavolare

Nella Provincia Autonoma di Trento, in cui vige il sistema tavolare, è previsto che gli eredi, anche se proprietari dei beni immobili del defunto dall’apertura della successione, per disporre a pieno titolo dei diritti successori debbano ottenere un certificato di eredità.

L’emissione del certificato di eredità viene richiesta con ricorso, avviene per mano del giudice del Tribunale competente e certifica:

  • l’identità degli eredi o dei legatari;
  • le relative quote di proprietà.

Esso, tuttavia, non è sufficiente di per sé a concludere l’iter di modifica dell’intestazione della proprietà dei beni immobili. Tramite il certificato di eredità si dovrà infatti procedere alla presentazione di un’istanza tavolare, presso l’ufficio tavolare competente per territorio, che provvederà alla modifica dell’intestazione dei beni immobili come statuito nel certificato rilasciato dal Giudice del Tribunale.

La successione mortis causa è di certo una questione molto delicata sia sotto il profilo emotivo che sotto il profilo giuridico. Avere il supporto di professionisti del settore, oltre ad essere necessario per l’espletamento di specifici passaggi, ti sottrae da incombenze difficili da seguire in un momento tanto delicato. 

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